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PARALUP: UNA BORGATA CHE TORNA A VIVERE

Paralup è una piccola borgata nelle montagne cuneesi, posizionata su un balcone naturale verso la pianura a 1400 metri di altitudine tra la valle Stura e la valle Grana. Non diverse da tante altre, in realtà le baite di Paralup rivestono un'importanza significativa dal punto di vista storico e culturale. A Paralup, nel 1943, si insedia la prima banda partigiana di Giustizia e Libertà, capitanata da Duccio Galimberti; qui fanno base personaggi come Dante Livio Bianco e Nuto Revelli, destinati a diventare protagonisti della lotta di liberazione partigiana. Il legame tra Nuto Revelli e Paralup si rafforza negli anni successivi, rappresentato dal romanzo Il mondo dei vinti e dal tema dello spopolamento della montagna (come tanti villaggi alpini anche Paralup è stata completamente abbandonata nei decenni successivi alla guerra).

Cinquant'anni dopo la borgata rinasce: oggi Paralup è protagonista di un grande progetto di recupero coordinato dalla Fondazione Nuto Revelli che vede coinvolti diversi enti pubblici e imprese private (citiamo gli architetti Daniele Regis, Valeria Cottino, Dario Castellino e Giovanni Barberis). L'ambizioso obiettivo è quello di restituire la vita al villaggio, riconvertendolo in un centro di attività per vivere la montagna in modo rispettoso e economicamente sostenibile, dalla pastorizia al turismo alla cultura. Paralup è il simbolo di una civiltà perduta, di un rapporto con la natura e l'ambiente ormai scomparso, fatto di fatica e fame: un rapporto non da rimpiangere, ma che fa parte della storia delle nostre montagne e quindi da ricordare, recuperando valori e radici. Paralup parla di coerenza, di grande e quotidiano combattimento e di ideali da far rivivere.

Tra i numerosi e qualificati attori coinvolti nel recupero di Paralup, l'impresa Barberis Aldo S.p.a. si è avvalsa del supporto tecnico di Keo per l'ingegnerizzazione delle strutture in legno. L'efficacia della consulenza di Keo in materia di involucri è dimostrata da un aneddoto. Durante l'inverno 2009-2010 due termometri sono stati posizionati all'interno e all'esterno di una baita di Paralup; pareti e copertura erano terminate, ma le finestre erano costituite da teli di nylon. Al termine della stagione fredda il termometro esterno ha segnalato una temperatura minima di -18 gradi mentre il termometro interno ha segnalato una temperatura minima di -2 gradi: 16 gradi di differenza, che testimoniano il successo dell'intervento di Keo nel garantire il massimo isolamento termico trattenendo il calore del terreno.

Informazioni complete su Paralup, la storia e gli interventi di recupero si possono leggere sul sito della Fondazione Nuto Revelli: http://www.nutorevelli.org/progetti_paralup.aspx. Gli articoli di Carlo Grande su La stampa del 12 settembre 2009 (con un'intervista a Giorgio Bocca) e di Massimo Novelli su La repubblica del 21 luglio 2010 raccontano in modo efficace l'etica del progetto. Nel 2012 il progetto Paralup è stato presentato alla Biennale di Architettura di Venezia.

 

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